I termini inglesi, quelli d’oltre Manica è vero sono molto chic, piacciono e sono di moda, il problema è che quando li si usa, spesso, nei paesi latini si abusa appunto del loro utilizzo, per non parlare del loro significato vero e proprio. Attenzione qui, qui c’è da pensare però, fa riflettere e a nostro avviso dà molto da pensare “come viene farcito da noi italiani li termine Growth Hacking“.
Wikipedia con tanto di nota di “B2B Marketing Buzzwords: Growth Hacking Vs. Inbound Marketing – MLT Creative” lo definisce così: “è un processo di rapida sperimentazione attraverso una serie di canali di marketing per individuare i modi più efficaci per far crescere un business”
Tutti ne parlano, articoli e corsi dedicati a quest’infusa scienza del Growth Hacking che altro non è che un processo di crescita, così maestosamente definito, utile a ottimizzare un business digitale. E’ un po’ come se noi ora “poveramente” dicessimo, ok per fare un buon business online, dovete occuparvi di SEO, SEM e Facebook, fine, eccovi il “Growth Hacking”,
beh insomma non proprio…
Cos’è il Growth Hacking?
La verità del Growth Hacking è un’altra, e per fortuna esiste, ed è assai molto più profonda in rapporto allo “sputtanamento” al quale è assoggettato il termine in sè e per sè in Italia e nel mercato italiano. Fu “Fast Company” agli albori a sussurrare la prima volta la parola Growth Hacking, volendo intendere un precisissimo concetto, quasi una filosofia in ambito marketing, di sviluppare e dunque far crescere un servizio e/o un prodotto lato business.
Cosa fa il Growth Hacker?
Un Growth Hacker è colui che utilizza metodi di “start up light” o meglio conosciuti come lean start up per far crescere il proprio business tramite strategie di digital marketing di grande caratura a basso budget, ed è colui che grazie alla sue capacità di marketing sa in poche parole creare un’azienda digitale con pochi fondi a disposizione e mettendoci del suo e tanta, tantissima energia, creatività e consapevolezza nell’utilizzo dei tool più idonei a fare ciò.
Pertanto ci fa un po’ sorridere quando vediamo elenchi opachi di skills e tool che un Growth Hacker dovrebbe avere quando il tutto è riassunto in: conoscenza della SEO, conoscenza dell’email marketing, conoscenza di Facebook ADS e conoscenza dei principi base di AdWords… che insomma sono la base per lavorare nel digital marketing, più che le skills tipiche di un Growth Hacker!