Il tuo lavoro non ti piace, non ti soddisfa. Sei in un’azienda immobile (tipico in Italia), vuoi metterti in proprio perché lì sì che puoi esprimere le tue grandi capacità lavorative. Allora pensi, ne parli con tua moglie, con i tuoi genitori, con i tuoi amici e rifletti: lascio il posto fisso, sicuro, inossidabile e mi metto in proprio?
Faccio un po’ l’uno e un po’ l’altro? Mi invento un business e rischio, rischio tutto? Domande che un po’ tutti, a meno che non si abbia 0 intraprendenza (alcuni hanno un livello di intraprendenza anche sotto lo 0 badate bene) si sono chiesti almeno una volta nella vita. Vediamo però tra il dire e il fare qual è il mare che ci sta in mezzo.
“Fare un business” è particolarmente difficile
Tra il dire “fare un business” e fare un business sul serio c’è un mare di mezzo, peraltro a volte non calmo e quieto, a volte è un mare assolutamente in tempesta. E’ facile sorbirsi video su Facebook e un po’ ovunque di grandi guru che smanettano business come carte da tavolo, che giocano a quanti k al giorno, al mese all’anno e all’ora si fanno e si rifanno tramite funnel, leads, landing page, all’estero, a Malta, in Bulgaria, a Dubai, altrove, a casa, a letto, sulla sdraio, in spiaggia con l’amante… insomma un attimo, fermi!
La verità è un altra. Molte delle vostre idee non servono a nessuno, sul serio a nessuno, tenetevi il vostro posto fisso, e ben stretto se la vostra idea non è utile ad una massa che può essere considerata concretamente un mercato.
Inventarsi un business redditizio, duraturo che funzioni è il lavoro più difficile al mondo… beh oddio forse il più difficile no eh… 🙂
Inventare un business comunque vuol dire in maniera inequivocabile:
- conoscere il mercato in cui si intende “fare questo business”
- fare qualcosa di diverso dagli altri, che anticipi i tempi e che possibilmente abbia confini invalicabili per i vostri competitor e imitatori. Meglio ancora se avete un business di questo tipo con pochi costi fissi e con una mola non eccessiva di costi variabili… vabbè.. sognare è bello 🙂 Comunque sottolineiamo la parola: DIVERSO.
- avere una coscienza logica di quel che si è creato e realizzato in un’ottica di previsione futura misurabile, intesa come cognizione di alte probabilità di riuscita anche minima sufficiente nell’arco di non più di 2/3 anni.
- oggi fare un business o lo si fa con il metodo lean (non approfondisco qui), oppure bisogna avere migliaia di euro da parte, o milioni, dipende dal settore. Fare miracoli è impossibile, fidatevi. Ci vogliono i soldi, e la certezza di cadere sempre in piedi se si vuole fare business.
Cervello e mentalità giuste per fare un business
Non solo, “fare del business” vuol dire anche altro e spesso, diciamocelo, “è una rottura di palle mortale, uno stress inutile”, uno stress che attanaglia le vostre abitudini fino a plasmarle a volte in toto: dunque prima di fare un business bisogna fare un check importante della propria personalità.
Molti di voi non sono capaci di alzarsi la mattina e dire “forse oggi non guadagno nulla, forse domani manco, forse dopodomani nemmeno, anzi perdo dei soldi e a fine settimana “aggiungere”: caspita ho guadagnato 25€ e ci devo pagare pure le tasse!”
Molti di voi psicologicamente questa pressione non la reggono. Poi in giro si sentono belle parole “educazione finanziaria” ” propensione all’investimento”, sì ok, tutto vero, però occhio… sapete cosa significa alzarvi dal letto e dire: ok non ho soldi, devo sbattermi come un pazzo da solo tutto il giorno per varcare la porta di casa alle 18,30/19 di sera “con forse qualche soldo”? Chiedetevelo, se iniziate a vomitare e iniziate a tremate all’ipotesi di non guadagnare un cazzo per i primi due anni del vostro geniale business… tenetevi il vostro beneamato posto fisso!
Altro punto cruciale. Linee e struttura del tuo business, per non dire visione del tuo business. Ok, vostro cugino è un appassionato di “topi muschiati imbalsamati”, si è drogato molto da adolescente e i suoi amici pure, questo gruppetto sparuto di amanti dei topi muschiati cerca ossessivamente topi muschiati imbalsamati in giro… e voi dite glieli procuro io! Facciamo un business!
Non è un’idea brillante la vostra… lasciate stare se il vostro business è piccolo piccolo. Non voglio parlare di cifre anche se farebbe figo, capisco, ma credetemi, non serve a niente avere un business pari al RAL di un impiegato di 1° livello in Italia, sul serio, tenetevi stretto il vostro scranno. Macinare due soldi per pagare le tasse allo Stato, pagare dei dipendenti, dei collaboratori, dei fornitori e girare sempre intorno alla solita stessa cifra per 25 topi muschiati imbalsamati venduti ogni anno non è un business, è un altra cosa, e non vado oltre….
Business Piccolo o Micro Business, quando invece ha senso (tra i 50k e i 100k annui di fatturato)
Vivete di un pensiero non autonomo. Quanta gente chiama in agenzia e dice ” voglio fare un eCommerce!” e io rispondo “di cosa?” “Abbigliamento, elettronica di consumo, fiori,…” Ecco che rido e ho paura, paura perché mi rendo conto che qui in Italia a parte la “diseducazione finanziaria” persiste anche rocciosissima più che mai “la diseducazione imprenditoriale”… ma secondo voi è logico oggi vendere scarpe online? Senza un brand forte dietro, senza un’idea, senza un qualcosa per distinguersi, ma secondo voi Zalando, Amazon, Asos che fanno quando vedono voi che aprite online? Anche qui non vado oltre…
Conclusioni con un po’ di utile ottimismo
Fare un business è un macello, ok, ma non è impossibile! E’ possibile se si trova un mercato di riferimento che esiste sul serio, un’idea logica e sensata che rappresenta il soddisfacimento concreto di una domanda, il tutto corroborato da una struttura aziendale flessibile capace ad esempio di abbattere inutili costi fissi (per lo meno all’inizio)… ed è soprattutto possibile se si hanno i connotati cerebrali e culturali per farlo: propensione al rischio, resilienza, tenacia, caparbietà e tutta una serie di skills significative in ambito marketing e amministrazione d’impresa.