C’è un libro molto interessante che mi è capitato di leggere ultimamente, si chiama “Fare Impresa” di F. Saviozzi, un testo che in maniera intelligente descrive tutta una serie di sfaccettature e questioni inerenti un’organizzazione composta da individui (e non solo) che è atta (almeno in teoria) a produrre reddito e dunque benessere. Quest’organizzazione si chiama impresa.
In questo preciso momento storico siamo di fronte ad un’Italia “spaccata in due parti” tra: chi è imprenditore per necessità e chi è imprenditore per visione e scelta.
Imprenditore per necessità: il 50% degli imprenditori italiani in orbita digital marketing.
Siamo seri, quante web agency ci sono oggi? Tantissime. I titolari hanno scelto coscienziosamente di fare questo business o è capitato un po’ per caso? Quando prevale la seconda ipotesi mista ad una certa necessità (concetto che ora andiamo a spiegare) ecco che capiamo molto bene la scena italiana del digital, che di fatto non coinvolge soltanto web agency, ci mancherebbe, ma tutta una serie di esercenti tipici che in ottica web marketing svolgono un’attività in proprio: affiliate marketing, software house, startappari dell’ultima ora ecc.
Approccio al business in base al tipo di imprenditore
Tutto questo per dire che spesso e volentieri si diventa imprenditori per necessità, non tanto per scelta. Da qui in avanti tutta una serie di considerazioni sull’approccio al business che hanno queste due tipologie di imprenditori:
- imprenditore per necessità — approccio causale e casuale
- imprenditore per scelta e visione — approccio pianificato
Il digitale in alcune aree del nostro Paese non solo rappresenta un’opportunità per i giovani, non solo rappresenta un’occasione di riscatto, rappresenta nel bene e nel male un’opzione lavorativa impossibile da non considerare.
Ritornando all’esempio banale della web agency: considerate quanti paesi e cittadine in Italia (specie ancora nel profondo Sud) sono ancora senza una web agency capace di soddisfare gli esercenti locali? Un tipico “negozio su scala locale” che rende al proprietario circa 100,000€ l’anno lorde? Ce ne sono ancora tante di zone così nel nostro Paese…
Crescita attività imprenditoriale sull’onda della necessità
Come potete ben immaginare il più delle volte chi “intraprende per necessità” non è destinato a crescere in maniera scalabile ed esponenziale. Il fatto è che tutto dipende dall’approccio. Un approccio non economicamente pianificato e privo di visione difficilmente dà vita a business capace di espandersi, detto questo l’eccezione è sempre dietro l’angolo.
Essere imprenditori vuol dire in automatico “mettersi a lavorare”
Senza dover scomodare chissà quale business plan e/o quale teoria porteriana”… capite che in certe zone “depresse digitalmente” dell’Italia la questione di mettersi in gioco con un’attività autonoma diventa pura necessità.
Diventa necessità anche perché è il miglior lavoro che si potrebbe fare oggi in certe aree del nostro paese quello dell’imprenditore digitale e questo significa in sostanza occuparsi di web marketing a 360° e di sviluppo web.