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Siamo qui con Gianfranco Viasetti, finalmente in qualche modo sono riuscito ad intervistarti.. anche se non è detta ancora l’ultima parola.

viasetti.it

Insomma, Viasetti, nome importante per la SEO italiana…  andiamo oltre o ci soffermiamo sul punto?

In Italia ci sono centinaia di SEO sicuramente più importanti di me. E probabilmente più bravi. Forse il mio è solo un modo diverso di fare SEO. La mia SEO è esclusivamente onsite e viene fatta senza ricorrere a trucchetti o tecniche “avanzate” che possono dare risultati immediati ma, nel corso del tempo, far perdere le posizioni acquisite. Salvo (ma non sempre è possibile) apportare periodiche modifiche (con costi per il cliente) per sottostare ai capricci di Google.

Sei stato uno dei miei maestri, l’ho sempre detto e ripetuto più volte nelle rarissime occasioni nelle quali parlo di SEO con addetti ai lavori e amici fuori dall’ufficio… non sono d’accordo con la tua crociata contro PHP, WP e siti Responsive ma sul resto siamo forse fin troppo d’accordo. Perché tutto questo combattimento contro WP, PHP e siti responsive, perché???

Dai, non è proprio così. La mia crociata è contro chi vorrebbe creare un sito ecommerce e far concorrenza a Amazon con un budget di 2/3.000 euro e contro chi fa credere loro che bastino magari 500 o 1.000 euro per avere un sito ecommerce e guadagnare vendendo online.

La mia crociata è contro gli illusionisti ed i mistificatori del web. 

Per quanto riguarda i siti responsive, non ho fatto nessuna crociata. Mi sono limitato più volte a dire che non è vero ciò che molti colleghi affermano, ossia che se un sito non è responsive verrà penalizzato nel posizionamento, sparirà dalla prima pagina. Al limite, se è difficoltoso da consultare da mobile, avrà meno contatti. Non meno visite.

Lascia che ti racconti un aneddoto…

3 o 4 anni fa, quando tutti (anche Google) dicevano che se entro il 23 di un certo mese non avessi trasformato in mobile friendly il tuo sito, avresti perso posizioni, mi contattò un cliente di Bologna a cui avevamo creato 7 anni prima un sito per la vendita e l’installazione di climatizzatori.

Era allarmato perché un mio collega, suo amico, gli aveva detto che se non avesse trasformato il sito in responsive entro una settimana, sarebbe sparito dalla prima pagina (era da anni al primo posto con la keyword principale e in prima pagina con diverse altre).

Mi chiese se fosse vero.

Gli risposi che erano tutte balle e di dire al suo amico di preoccuparsi del suo sito, visto che era introvabile.

Cosa successe?

A tutt’oggi, nonostante non sia responsive, non sia stato fatto link building e in 10 anni siano nati centinaia di siti competitor, il sito è sempre in prima posizione e i contatti non sono diminuiti.

Di esempi simili potrei fartene centinaia.

Poi, per essere precisi, non è vero che i nostri siti non sono responsive e che, come alcuni affermano, un sito statico in HTML non possa essere Mobile friendly. Anzi, lo può essere con meno problemi di alcuni siti definiti “responsive”.

Tutto sta ad intenderci sul significato del termine “responsive”.

Se si intende un sito che venga visualizzato perfettamente sia da desktop che da smartphone o tablet, il sito www.viasetti.it e quasi tutti i siti che abbiamo creato negli ultimi anni, sono responsive. Prova pure a verificare con il tool di Google.

Quelli che non lo sono è per una precisa scelta del cliente.

Per quanto riguarda i siti in WordPress il discorso è diverso. Sulle Home di viasetti.it ho scritto chiaramente perché non facciamo siti in WordPress. Ho anche scritto che molti utenti hanno bisogno di avere un sito basato su CMS perché hanno bisogno di aggiornarlo spesso e da soli. Nessuna demonizzazione. Semplicemente questi non sono i clienti che ci interessano. Il nostro target è un altro.

Non è un mistero che i siti statici, a parità di altri fattori, si possono posizionare e personalizzare più facilmente di un sito in WordPress o in altri CMS..

Qualcuno dice che mi piace vincere facile. E vero. Lo ammetto.

Tra una storia e l’altra, seguo il tuo blog, dagli albori…  alla fine “al centro del villaggio della SEO piano piano hai messo il Copywriting” caro Gianfranco, da ogni tuo post lo si evince, dunque la SEO Copywriting… ma cos’è sta SEO Copywirting? Una branca della SEO, la nuova veste della SEO, oppure una delle tue ossessioni come l’HTML (ossessione che alla fine hai attaccato anche a me)?

 Il mio non è un blog, anche se lo sembra! 😊

Devo fare una premessa.

Da quando, 32 anni fa, decisi di mettermi in proprio, ho cambiato attività diverse volte.

Ho iniziato proponendo consulenza indipendente sugli acquisti di apparecchiature per l’ufficio, poi, visto che le richieste erano poche, dopo aver partecipato ad un corso alla Microsoft, ho iniziato a proporre corsi aziendali di Word, Excel e Access.

Questi programmi mi piacevano molto ed ero convinto che avrebbero messo in cantina i software di produttività individuale che tutti stavano allora utilizzando: Wordstar, Lotus 123, dBase..

Il mercato mi dette ragione. Nel corso di 10/12 anni feci corsi a cui hanno partecipati oltre 2.000 utenti

Nel 1997, quando in Italia prese piede internet e le richieste di corsi Word/Excel/Access iniziarono a diminuire, decisi che era arrivato il momento di reinventarmi.

Volevo occuparmi di siti web.

Creai con FrontPage il sito viasetti.it e, dopo aver acquistato da colleghi americani (in Italia non si trovava nulla) diversi manuali sul posizionamento, lo rifeci da zero, in modo da ottenere un buon posizionamento.

Iniziai così a creare siti. I primi li facevo con il famigerato FrontPage, ma rinunciando a tutte le funzioni dinamiche che il programma proponeva. Niente bordi condivisi, niente pulsanti interattivi, niente TEMI, nulla che richiedesse l’installazione delle estensioni Microsoft sul server del provider.

Volevo che il codice delle pagine fosse completamente compatibile con gli standard dell’epoca e non “sporcato” dal codice proprietario di FrontPage.

Alcuni di questi siti esistono e funzionano ancora.

Veniamo alla tua specifica domanda..

L’HTML non è una mia ossessione. E’ il linguaggio (sì, va be’, so che non si chiama linguaggio) che preferisco perché io voglio capire ogni riga del codice presente in ogni pagina e in ogni CSS per poterlo modificare a piacimento. WP o altre piattaforme del genere non mi consentono di farlo.

Ammetto la mia ignoranza in fatto di programmazione, ma molte righe di codice create da WP nelle sue pagine html o nel miliardo di fogli stile di cui ha bisogno non le capisco proprio. E questo non mi sta bene. Non è solo un problema di maggior difficoltà di posizionamento.

Perché ultimamente parlo sempre più spesso di copywriting e meno di SEO?

Forse sto per reinventarmi un’altra volta 😊

La scrittura mi è sempre piaciuta. Anni fa partecipai ad un corso di scrittura creativa (che non c’entrava nulla con lo scrivere per vendere) e la mia passione per lo scrivere è aumentata.

Negli ultimi 2 anni ho acquistato e letto una cinquantina di libri sul copywriting e sul marketing. Quasi tutti in inglese, non per fare il figo, ma perché in italiano i libri dei maggiori esperti internazionali di queste discipline non si trovano. Qui trovi molto materiale copiato (spesso male) dagli americani.

Io, quando è possibile, preferisco gli originali alle copie.

La lettura e lo studio di questi libri mi ha fatto capire che il copy è l’aspetto più importante per vendere qualsiasi prodotto o servizio, sia che si tratti di un sito, di una sales letter, un’offerta, una email, una lettera di presentazione.

Diciamo che l’ho sempre saputo, ma questa mia consapevolezza aumentava man mano leggevo i libri di Gary Halbert, Eugene Schwartz, Dan Kennedy, John Caples, Donald Miller, David Ogilvy, Rosser Reeves, Al Ries, Claude Hopkins, solo per citarne alcuni.

Anche se alcuni di questi libri sono stati scritti quasi un secolo fa, sono sempre validi perché le motivazioni d’acquisto della gente sono rimaste pressoché le stesse. Sono solo cambiati i media su cui propagare i messaggi.

Mi si è accesa una lampadina.

Mi sono detto che fare SEO senza avere una buona conoscenza delle motivazioni che tengono incollati i lettori ai tuoi testi e li spingono ad acquistare i tuoi prodotti o servizi, è di scarsa utilità.

Un sito deve essere in prima pagina per essere aperto, ma gli utenti non aprono solo il tuo sito, ne aprono 5 o 6 prima di decidere chi contattare. Devi convincerli con il COPY a contattare te e non un tuo competitor. E’ il copy che fa la differenza!

La SEO-COPYWRITING, se parliamo di siti web, è la capacità di scrivere testi utili per vendere, ma nello stesso tempo utili per i motori di ricerca. Se invece parliamo di email, sales letter cartacee, brochure.. o di un sito posizionato solo con AdWords, ovviamente non serve la SEO 😊

Credo che in qualsiasi modo si evolva internet, il copywriter sia una figura professionale che servirà sempre e che sarà sempre più richiesta.

Il mondo è pieno di gente che sa fare siti bellissimi ma introvabili. E anche chi riesce a farli trovare grazie ai SEO, spesso non sa scrivere in modo da motivare il lettore a compiere un’azione.

Ritengo che SEO, copywriting e marketing siano 3 facce di una stessa medaglia. Ops! Le medaglie hanno solo 2 facce… vabbè, supponiamo per un momento ne abbiano 3.

Altro tuo must: prendere clienti posizionabili e lasciar perdere gli “imposizionabili” come alcuni eCommerce che proprio non ti vanno giù.. ok, va bene, lo sappiamo, ma a parte i tuoi calcoli di fattibilità… dai ci sarà qualche volta che non c’hai preso?

Certamente. Non sono infallibile.

Su circa 500 siti realizzati ci sono casi in cui ritenevo fattibile il posizionamento ed invece non ci siamo riusciti. Diciamo che ho fallito le previsioni nel 5% dei casi.

Poi, tra le migliaia di volte in cui ho sconsigliato di aprire un sito ecommerce ci sono stati 3 o 4 casi (che io sappia) dove il sito, contrariamente alle mie previsioni, ha funzionato.

Poi tu giochi tutto sulle chiavi local e allora ti piace vincere facile, e ti ringrazio per avermi messo in condizione di entrare in prima pagina con “SEO Milano” è tutta opera dei consigli del tuo blog!  

Non è esattamente così. Ci sono delle eccezioni. Ho posizionato alcuni siti con keyword a livello nazionale. Ad esempio “Lumache da corsa” e “formiche rosse da combattimento” 😊

Ma anche con keyword più competitive e con alto numero di ricerche, ad esempio “protesi ginocchio”, “protesi anca”, “gonartrosi”, “lacci elastici”, “visitare Mantova”…ed altri che ora non mi vengono in mente.

In linea di massima però è come dici tu. Per avere maggiori probabilità di successo preferisco concentrarmi su siti che devono essere trovati a livello provinciale.

Un mini cenno sulla link building, ne parli poco eh, ormai monitoro tutto viasetti.it non credere.. 😉

 Non ne parlo perché è una tecnica che noi non usiamo. Come ho risposto in precedenza, facciamo solo SEO onsite.

Il fatto che non la usiamo non significa che non sia utile… almeno finché a Google starà bene.

viasetti.it

Parliamo di posizionamento adesso… basta SEO, parliamo di Posizionamento del brand. Secondo me tu, nel tuo blog cerchi sempre quest’accostamento nei tuoi articoli sotto sotto… ed è il plus di alcune cose che dici… “Mucca Viola a parte”: secondo te c’è differenza tra occupare una nicchia di mercato e posizionare veramente un brand in un determinato settore? Sembra una “sega mentale”ma non lo è in realtà, ha senso questa domanda, fidati me lo dico da solo ogni notte… 😉

Il posizionamento del brand, specialmente se sconosciuto, è una cosa MOLTO difficile.

Ho letto tutti i libri di Al Ries e di sua figlia Laura, che credo siano le massime autorità mondiali in tema di posizionamento di un brand. So cosa significa e come lo si dovrebbe fare, ma dalla teoria alla pratica di strada ne passa.

Bisogna avere una mucca viola o la USP (Unique Selling Proposition), come la chiamava Rosser Reeves, l’autore di “Reality in Advertising e de “I miti di Madison Avenue”.

Devi proporre un prodotto che la concorrenza non può avere, oppure dei benefici che la concorrenza non è in grado di dare. Solo se riesci in questa ardua impresa puoi entrare e rimanere nella mente del consumatore.

Al massimo le persone ricordano 5 o 6 brand per ogni categoria di prodotti o servizi. E’ difficile scalzare questi brand consolidati nella mente del cliente. Se non ci riusciamo non rimane che creare una nuova categoria di prodotti e servizi. In questa categoria saremo ovviamente i primi.

Voglio chiudere l’intervista a Gianfranco Viasetti, uno dei miei idoli lato SEO, facendogli un’ultima domanda: all’inizio del tuo blog ricordo (e non smentire) guardavi con sospetto i social… ora su Facebook sei super attivo in tutte le sue forme, sarebbe bello ricevere una risposta ” smanetto su Facebook per stimolare la domanda latente degli utenti appunto perché non basta la SEO oggi”… ma l’intervistato oggi sei tu, e decidi tu 😉 e comunque resti sempre uno dei miei più grandi guru della SEO…. ah no, scusa, la parola guru hai sempre detto che non ti piace!

Non posso smentirti perché hai ragione.

Se mi chiami guru ti tolgo dai contatti 😊

7 o 8 anni fa scrissi un articolo dal titolo “Facebook? Sono solo chiacchiere”, o qualcosa del genere.

Ho cambiato idea? Sì. Solo gli sciocchi non cambiano mai idea.

Oggi sono convinto che Facebook possa essere utile a molte aziende per trovare clienti, come Linkedin a molti professionisti.

Ma non a me.

E’ vero che sono molto presente su Facebook, ma in 7/8 anni, che io sappia, ho trovato solo 2 o 3 clienti grazie a questo social. E’ vero che non tutti i clienti mi dicono come hanno trovato il sito, ma se guardo le statistiche..

Sai quanti sono gli utenti che dalla mia pagina Facebook arrivano al sito?

Il 2,3% del totale.

Allora, dirai, cosa ci stai a fare su Facebook?

Ci sto perché tra i 3.330 fan ci sono anche amici e una cinquantina di clienti acquisiti, ed esserci è un modo per farsi ricordare, per avere maggior autorevolezza e per interagire ogni tanto con loro.

Purtroppo credo che la metà di chi mi segue siano miei concorrenti, non potenziali clienti ☹