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Tag Cloud o non Tag Cloud nei nostri blog? Vi ricordate le nuvolette di tag che comparivano spesso e volentieri nelle sidebar dei nostri amati blog? Perché diciamo “comparivano”… perché compaiono sempre meno ultimamente i tag cloud. Le nuvolette di Tag, ostracizzate da Matt Cutts in uno degli svariati aggiornamenti video effettuati dal guru della SEO di Google oggi hanno perso il loro effettivo valore. Noi però vogliamo vederci chiaro cercando di capire insieme se ha senso ancora insistere sul Tag Cloud.

Tag

Innanzitutto prima di parlare di Tag Cloud cerchiamo di capire cos’è un tag. Il tag è un etichetta che definisce in maniera strutturale la tassonomia di un sito a livello architetturale. Per farla breve, immaginiamo un sito che parla di cucina: categoria dolci e categoria frullati. Cosa hanno in comune queste due categorie a livello semantico?

Hanno in comune che molti dei contenuti che appartengono a queste due categorie sono ad esempio ricette a base di latte, etichettiamo questo particolare con il tag latte. In pratica mentre le categorie vanno in verticale a dividere il nostro sito a livello semantico, i tag, altro non fanno che “riunirlo” in orizzontale, per così dire trasversalmente.

Non addentriamoci troppo però ora sui tag perché ci sarebbe da scrivere un intero capitolo…. vediamo a cosa serve il tag cloud e perché oggi non ha più senso usarlo.

tag cloud

Tag Cloud e Keyword Stuffing

Un tempo c’erano le nuvolette di tag nelle sidebar di quasi tutti i blog del mondo… oggi se ne vedono sempre meno. Da quando Matt Cutts ha tacciato il tag Cloud come un pessimo riflesso dell’odiata tecnica spam chiamata keyword stuffing (ripetizione abbondante e inutile delle parole chiave con le quali pretendiamo di posizionare il nostro sito all’interno di una pagina web).

…ok, non solo, Matt Cutts ha attaccato le nuvolette dei tag cloud sostenendo che altro non fanno che raddoppiare se non che triplicare, così come quadruplicare e così via gli stessi link (i tag nuvoletta) per un numero diverso di pagine (url); anche questa, pratica SEO alquanto odiosa e non ben voluta da Google!

 

Come tutte le verità, la verità sta nel mezzo…

La verità è che Google decide i parametri SEO in base ad aggiornamenti che non possiamo conoscere in toto e che nessun video di Matt Cutts ci dirà al 100%;  per cui una pratica SEO è buona in un periodo e può arbitrariamente non esserla più alcuni mesi dopo, dipende appunto da come viene indirizzato l’algoritmo in quel preciso periodo in cui viene riformato dalle “luminose menti di Google.”

Detto ciò, vero è anche un altro punto della questione, il Tag Cloud ha sempre prodotto keyword stuffing in maniera evidente e la duplicazione dei link, suscitata da questo genere di pratica, non poteva che scaturire in una triste azione spammosa anti SEO, recando dunque puro disvalore per il sito che ne faceva uso.

Quando una pratica SEO diventa obsoleta?

Quando possiamo dire che una pratica SEO è diventata obsoleta? Una pratica SEO diventa in sostanza obsoleta quando nell’uso e abuso di quest’ultima si vanno a violare principi fondamentali della SEO, vedi il divieto assoluto di kw stuffing, oppure quando Google si alza del letto un giorno, cambia l’algoritmo, e cambia le regole del gioco… e tutti noi possiamo solo che prendere appunti.